Alcuni di voi conosceranno Alessandro Calbucci come batterista di Sedia e From Hands. “Dentro.”, che a quanto mi risulta è il suo primo impegno da solista, raccoglie sei studi sonori dove la batteria appare quale elemento primario ma non unico; a tratti ci sono infatti spruzzate di chitarra, basso, registrazioni d`ambiente, voce, fisarmonica, effetti, oggetti vari e, inoltre, il Calbucci si impegna anche in un`azione di ri-costruzione su materiali altrui (di Claudio Rocchetti e di Francesco Gioia). Trovo che i brani più riusciti siano quelli più rarefatti e macchiati di malinconica poesia, come Sempre dove l`autore tratteggia delicatamente alla batteria (e poc`altro) le scarne linee essenziali (e l`avrei preferito di più se avesse mantenuto per tutta la durata le tenui figurazioni iniziali); Resample The Eeey che si crogiola in una liquefazione tutta sua, nella concretezza di piccoli suoni e risonanze; e Song For P con la batteria in forma libera e i flash della chitarra trattata con l`archetto. Kmodmarsxv travolge invece l`ascoltatore, spostato com`è verso una cavalcata noise con qualche voltura techno. E` qui ha un inizio circoscritto fra una chitarra arpeggiata ed una voce soffusa, ma si inacidisce trascinato dall`incalzare della batteria e da una potente chitarra dronica; il tutto è molto psichedelico e forse ha il difetto di una batteria che, nella seconda parte, suona troppo in primo piano. Più acidi sono anche i moduli ripetitivi in aria glitch di 4, che comunque sfociano inaspettatamente in una breve sequenza di chitarra arpeggiata.
Direi che il Calbucci sembra ancora soffrire di una sindrome sediologica, laddove la partita si giocava collettivamente ed ognuno cercava di suonare più forte dell`altro, e che forse mancano alcune rifiniture e c'è anche troppa carne al fuoco. Ma per tutto questo c`è tempo.
Purtroppo la diffusione del disco è limitata al giro degli amici ed a qualche concerto, dacchè prevedo saranno in pochi gli avventurosi che scriveranno al Calbucci per richiederne una copia. Peccato, perchè in un momento in cui anche all`interno della produzione indipendente è sempre più difficile trovare materiali spontanei e immuni dal vizio del formalismo, e mentre sono sempre più rari gli autori che utilizzano la musica per esprimere stati d`animo e/o sensazioni, fa piacere imbattersi ogni tanto in un disco `amico` che pur non cambiandoti la vita (ma questo è un privilegio accordato a pochissimi) rende sicuramente più interessante quella mezz`ora in cui occupa il lettore del tuo CD. E non credo che l`autore pretenda davvero di più.
Interessante è anche il DVD, nel quale le rarefatte tessiture sonore vanno a commentare flash di immagini in b/n (della fotografa Federica Romagnoli) carpite da un fascio luminoso, un po` come avviene nella pesca notturna di frodo. Il DVD è stato concepito come materiale per le gallerie d`arte, ma credo che sia disponibile anche per i singoli appassionati del genere.
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