Questo mini LP dei piemontesi Mauve è uno di quei dischi che conviene ascoltare parecchie volte prima di trarne delle facili valutazioni.
Ammetto che ad un primo ascolto, forse fuorviato dalle immagini ispiranti calma e serenità , mi aspettavo un disco forse più pacato, più vicino all`ambient che al rock. Invece proprio di rock si tratta, anzi, di quel post-rock che, come tutti i generi, sfugge a rigorose definizioni. Ha i suoi stilemi ed elementi ricorrenti, quali crescendo strumentali e una certa malinconia di fondo, che anche in questo lavoro non mancano, anzi forse abbondano. Il difetto in cui anche i Mauve cadono è forse un`eccessiva adesione, in alcuni brani (soprattutto la seconda traccia Keep me Warm) a questi canoni, richiamando alla mente in maniera forse davvero troppo diretta i mostri sacri Mogwai (che possono piacere o meno, ma che sono davvero `il modello` di tanti e troppi gruppi ormai).
Quando invece i tre Carlo, Alberto ed Elda - rispettivamente voce/chitarra, chitarra/rumori/glockenspiel e batteria/field recordings - trovano il coraggio di distaccarsi dai modelli, il tutto comincia a suonare molto meglio. Quando la direzione intrapresa è quella del pop-rock (Autumn Leaves) o della psichedelia (Mauve Paranoid) danno il meglio di sé, con tracce compatte e di certo più originali, fino a sfociare nella ghost track, una sorta di session (credo) in presa diretta che riprende Autumn Leaves: a mio avviso il momento migliore del disco, in cui sembra percepirsi chiaramente una sorta di liberazione dei tre, culminante in una risata e nella frase conclusiva `mi son divertito troppo!`, che suona come una gradevole ammissione di umiltà e spontaneità in un mondo dove troppo artisti si credono degli dèi in terra.
|