Ci sono casi in cui una descrizione può risultare molto più esaustiva di una recensione - traduco quindi direttamente dalle note della press sheet: «“Trunkeret & Ikonisk” consiste in 19 tracce audio su un floppy disc standard da 1,44 Mb [sì, quelli di una volta diciamo, che non si usano più, tanto che ho faticato ha trovare un lettore funzionante qui in ufficio per leggerlo], che può essere suonato su un computer dotato di lettori audio standard quali Winamp, Windows Media Player ed iTunes, senza alcun codec esterno installato. L`audio non è stato convertito da materiale esistente, ma composto direttamente all`interno della fascia spettrale usando il formato GSM come limitazione timbrica. Lo scopo non è stato quello di far stare più dati possibili su un medium di basso livello come un floppy disc, ma piuttosto di esplorare le possibilità musicali inerenti uno specifico medium e formato audio. Su certe tracce l`ampiezza ed il basso bit-rate producono frequenze `fantasma` in accordo con il theorema di Nyquist [Dio mi perdoni se non so di che si tratti nè ho voglia di scomodare Google per scoprirlo] e con l`algoritmo dell`audio codec - ciò significa che frequanze molto alte e rumore bianco possono comparire ad un basso bit-rate. Usare un equipaggiamento per l`ascolto dotato di subwoofer è raccomandato.
I file audio non possono essere convertiti in altri formati come l`mp3 senza alterarne drammaticamente la timbrica [ho provato, è vero]».
Le note spiegano anche che il codec in questione è installato di default su Windows, il che peraltro mi fa chiedere a che serva di norma, o quali altri utilizzi esso abbia oltre a quello artistico di questo disco.
Domande futili e per ora senza risposta, come chiedersi come sia venuto in mente a tal Jonas Olesen di realizzare brani di questo tipo. Fatto sta che, qualunque fosse il suo intento (pura sperimentazione, scherzo, provocazione, alte finalità espressive), il risultato è tutt`altro che malvagio. A differenza di altre opere estreme nell`attitudine ed anche nella pazienza richiesta all`ascoltatore (dalla “Metal Machine Music” di Lou Reed alla “Aestethic of the Machine” del nostro Martusciello), questo dischetto risulta certo difficile ma inspiegabilmente rilassante - ovviamente se ascoltato a volumi non estremi o con un impianto senza il pericoloso subwoofer (allucinante in tal senso 11 ~_ ¤ GROW CBS OAK ON CLAP, da far tremare i muri del paese vicino). In più, beffardamente, non risulta inferiore a tanti altri dischi di musica sperimentale del giro Line o simili realizzati senza tale folle limitazione tecnologico-timbrica. Che sia dunque un ulteriore passo in là per la frontiera di ciò che è musica o non lo è, oppure uno sterile esperimento di ironia dada, apprezzo e sottoscrivo questo disco. Chiunque ami collezionare opere bizzare, o chi voglia far provare nuove senzazioni alle proprie orecchie o a quelle dei vicini, sganci i pochissimi euro e se lo procuri. Giuro che ad ascoltarlo tutto in cuffia gira la testa.
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