Roma, 13 aprile 2007.
Debbo dire di non essere un grande frequentatore di situazioni di performance live, giacchè per quanto riguarda i generi musicali che amo (principalmente musica sperimentale, elettronica, ambient...) mi risulta piuttosto raro trovare occasioni di performance di artisti realmente interessanti proposte al contempo in contesti/situazioni in grado di garantire una fruibilità ragionevolmente dignitosa della stessa musica proposta.
Più passa il tempo infatti e più mi sento demotivato a presenziare a situazioni di performance live, tanto è che alcuni mesi fa rinunciai ad andare a vedere gli stessi ECHRAN quando mi dissero che avrebbero suonato sempre a Roma ma al Rialto Sant'Ambrogio, location dove avevo già avuto modo in passato di assistere ad alcune performance live organizzate da Scatole Sonore tenute in una situazione assolutamente inadeguata sotto molti punti di vista (e fu davvero un peccato perchè uno dei performer presenti avrebbe meritato sicuramente molto di più...).
Ho saputo poi che nell'occasione specifica del concerto degli ECHRAN, la situazione, forse perchè l'organizzazione era diversa, era stata molto più dignitosa ed efficiente, ma la mia personale precedente esperienza in quel contesto mi era stata già ormai più che sufficiente per "depennare" definitivamente il Rialto Sant'Ambrogio (e l'organizzazione di turno) dalla lista dei contesti/situazioni che avrei avuto piacere di frequentare nuovamente in futuro.
Come dicevo poco sopra la mia disaffezione a frequentare situazioni di performance live è dovuta anche a questo, e cioè alla disinvoltura con cui troppo spesso si pubblicizzano e si promuovono, spacciandoli per concerti "veri" (o addirittura "rassegne") dalle presunte velleità "avanguardiste-sperimentali", delle performance di scarso valore, tenute da artisti senza ambizioni ma spesso con grandi pretese, tenute in contesti assolutamente inadeguati a fornire il supporto, l'organizzazione e una cornice sufficientemente dignitosa alla proposizione e alla fruizione di una musica che non debba fungere soltanto da tappezzeria sonora di sottofondo per un sabato sera passato allegramente tra amici.
Se si escludono infatti tutte quelle situazioni adatte più che altro a celebrare il desiderio di protagonismo a tutti costi di certi presunti artisti, piuttosto che non a proporre seriamente, in un contesto adeguato e in condizioni d'ascolto dignitose, musica di un certo livello ad un pubblico di veri appassionati; se si escludono quindi i più "classici" chiassosi e fumosi pub e centri sociali dove la gente va solitamente a passare le serate per tante ragioni (mangiare, bere, chiacchierare, socializzare, fumare, farsi le canne...) fuorchè per ascoltare, seriamente con attenzione e sincero interesse, musica di un certo valore e spessore; se si escludono quelle situazioni altrettanto improbabili e inadeguate e ancora più improvvisate quali terrazzi di condomini, cortiletti universitari all'aperto (collocati magari a 20 metri di distanza da una trafficata e chiassosa via urbana) dove transitano per lo più disinteressati studenti di passaggio, trombe delle scale di qualche semi-dismesso edificio, oppure ancora camere da letto private, poco rimane alla fine di proposte di performance live effettivamente valide, degne di attenzione, interesse e menzione, ascrivibili a quell'area musicale elettronica-sperimentale-ambient che io prediligo.
Casa dell'Architettura.
Questo mi risponde Davide Del Col, metà degli ECHRAN, già noto per il suo progetto solista dark-ambient "Ornament", quando gli chiedo dove avrebbero tenuto il previsto concerto a Roma di cui mi stava parlando e al quale mi stava invitando.
Non sa darmi dettagli troppo precisi, salvo alcuni riferimenti alla zona (Piazza Manfredo Fanti, vicino alla Stazione Termini) e pochi altri elementi che però mi lasciano intuire che questa volta potrebbe trattarsi di una situazione di un certo interesse e assolutamente degna d'attenzione.
Prendo nota, guardo il mio calendario, e noto con grande piacere che per quel venerdì sera non ho impegni, salvo che il sabato mattina successivo dovrò alzarmi alle sei e mezza di mattina per un week-end fuori Roma con degli amici...
Poco male... Vorrà dire che per una notte dormirò meno del solito...
Rifletto ancora un attimo, mi consulto con mia moglie Daniela, che ovviamente verrà con me giacchè da venticinque anni è compagna di ogni mia esperienza di vita quotidiana... OK.
Decidiamo che si può fare, e confermo a Davide che questa volta non mancheremo...
Ore 22,00
Io e Daniela arriviamo un po' in anticipo...
Prima di entrare nell'edificio, avvicinandoci alla biglietteria, ci guardiamo intorno con curiosità , osservando gli ampi e curati spazi del cortile/giardino circostante... Il luogo promette bene...
Alla biglietteria scopro con piacere che gli ECHRAN hanno lasciato il mio nome per riservarci un ingresso gratuito, e proprio in quel momento vedo venirmi incontro Davide, che saluto affettuosamente rivedendolo con grande gioia.
Alzo quindi lo sguardo e scorgo al di sopra di una scalinata Fabio Volpi, l'altra metà di ECHRAN, in compagnia del simpatico Accursio "Graffo", co-responsabile della Ebria Records, etichetta che, in collaborazione con Smallvoices (più tardi avrò occasione di incontrare anche i responsabili di Smallvoices, Pierpaolo e Pasquale...) ha pubblicato il primo CD degli ECHRAN, dal titolo omonimo, da me già recensito su Sands-zine.
Nella sala dove gli ECHRAN terranno la performance sta nel frattempo per concludersi il concerto di un quartetto d'archi, ma noi attendiamo fuori nel cortile cogliendo l'occasione per scambiare allegramente quattro chiacchiere con Davide e gli altri amici.
Quando il concerto d'archi è terminato e la sala si è svuotata decidiamo di entrare, e resto letteralmente sbalordito...
Una sala enorme, prestigiosa, dai soffitti altissimi a volta e dalle rifiniture quasi "lussuose"...
Da un lato gli strumenti, adagiati su ampi e comodi ripiani, dietro ai quali gli ECHRAN siederanno per proporre la propria performance...
Alle loro spalle un enorme schermo, dove, in perfetto sincrono con la musica, durante il concerto verrà proiettata la parte visuale della performance.
Di fronte agli ECHRAN prenderà poi posto il pubblico su comode sedie allineate (io ovviamente mi posizionerò in prima fila per godere al meglio la performance...), mentre sei diffusori (se ricordo bene il numero) di generose dimensioni e opportunamente posizionati in sala garantiranno l'adeguato supporto per la riproduzione dei suoni che scaturiranno dalle macchine degli ECHRAN.
Quasi impossibile poter pensare ad un contesto migliore.
Sicuramente un luogo in cui chiunque artista desidererebbe proporre la propria musica.
Ovviamente non è previsto che durante il concerto si mangi, si fumi, si beva, si chiacchieri o quant'altro...
Chi è venuto, è venuto esclusivamente per ascoltare musica, o, più precisamente, per assistere alla performance audiovisiva proposta degli ECHRAN...
Birra, sigarette e panini possono attendere.... Non è che si voglia "criminalizzarli", sia chiaro... Ma per quelli ci sono altre situazioni, altri contesti, altri momenti...
Ore 23,00
Le luci si attenuano, e nel silenzio gli ECHRAN prendono posto dietro agli strumenti...
Nella sala si diffondono i primi suoni, sullo schermo compaiono le prime immagini...
Davide Del Col lascia scorrere le dita tra i potenziometri e la tastiera dell' MS 2000 che ha di fronte a sé; Fabio Volpi è davanti al suo portatile e al mixer pilotando con cura e abilità i suoni che ne scaturiscono...
Accursio, in posizione centrale, controlla la gestione della parte video...
La musica si fa presto imponente, ipnotizza, coinvolge, sbalordisce...
Sonorità elettroniche fredde e taglienti, ma anche bassi profondi e potenti...
Suoni dilatati, poi parti ritmiche pulsanti..
Sento vibrarmi dal di dentro, e il mio corpo sembra diventare presto un tutt'uno con la musica, con le sue vibrazioni, e con le suggestive immagini proiettate in sincrono sullo schermo...
Di tanto in tanto la voce recitante in francese di Fabio Volpi spezza gli schemi, catalizza l'attenzione, enfatizza i passaggi, rende ancora più drammatiche le atmosfere ora più ipnotiche, ora più imponenti, che il mix audio-visivo sembra suggerire...
A tratti non so dove volgere lo sguardo.
Vorrei concentrarmi sulla musica per coglierne le più recondite sfumature, ma sono attratto inevitabilmente anche dalle immagini che scorrono sul video, e vorrei concentrare di più la mia attenzione anche su di esse...
Ovviamente non posso neanche fare a meno di volgere lo sguardo verso gli artefici di queste magiche suggestioni, non posso evitare di osservare i movimenti e i gesti di chi è posizionato dietro agli strumenti... Cogliere i loro sguardi di intesa, il loro continuo e attento "confabulare"...
E poi come dimenticare completamente la fantastica sala che fa da "cornice" a questo evento?
Come riuscire a non lasciare andare lo sguardo ancora "oltre", per cogliere intorno a me anche la bellezza dell'ambiente, di quell'affascinante spazio "fisico" senza il quale i suoni stessi che sto udendo non avrebbero mai potuto essere tali, giacchè nulla potrebbe essere ciò che è realmente se non è vissuto in un determinato spazio fisico e in un determinato spazio temporale?
I pensieri si accavallano, la musica sollecita corde emotive che non sentivo risuonare così forte da tempo...
Mi lascio andare...
Nel continuum sonoro riesco a riconoscere almeno un paio di parti che già conoscevo bene, tracce evidentemente già ascoltate nel primo CD degli ECHRAN.
Ma nei 50 minuti circa di durata della performance c'è molto altro materiale che non avevo mai ascoltato, sempre affascinante, e questo mi dà l'ulteriore conferma che Davide Del Col e Fabio Volpi sanno davvero quello che fanno, e che in futuro sentiremo parlare molto di loro...
Qui c'è musica "vera", serietà , professionalità , impegno, dedizione, arte intesa nel senso più alto del termine...
Termini ("serietà ", "professionalità ", "impegno", "dedizione", "arte"...) che ormai sembra diventato persino "tabù" usare in
senso di elogio...
In tempi come questi infatti, in cui l'attività dal vivo in ambito elettronico-sperimentale è dominata da concerti "farsa" tenuti al 90% in playback magari con aggiunta di quattro rumori molesti ottenuti "live" sfregando maldestramente due microfoni a contatto, proposti magari in stanze fumose e chiassose di 10 metri quadrati, in tempi in cui per "sperimentazione" e "improvvisazione" sembra si intenda soltanto una commistione caotica, disorganizzata e cacofonica di scricchiolii elettronici e concreti, ottenuta magari mettendo insieme su un palco (anzi il più delle volte seduti alla bell'e meglio sul pavimento, o in ginocchio, o in altre mortificanti, scomode e dolorose posizioni "acrobatiche"...) tre o quattro presunti "artisti" male assortiti, sembra, purtroppo, non esserci più spazio per artisti "veri" e per musica elettronica-sperimentale intesa nel senso più "vero" (e sincero...) del termine.
Per fortuna però non è sempre così, esistono le eccezioni, e il concerto degli ECHRAN a Roma del 13 aprile sta a dimostrarlo...
Ore 23,50
I suoni dissolvono, e con loro le immagini sul grande schermo.
Un grande, lunghissimo applauso riempie la sala.
Gli ECHRAN ora sono in piedi, ancora dietro agli strumenti, evidentemente soddisfatti, e gratificati per il calore di quell'applauso, per l'affetto dimostrato dal pubblico, per la riuscita straordinaria della loro performance...
Qualcosa non è andata in modo assolutamente perfetto, come avrebbe dovuto?
Certo! Davide non esita poco dopo a segnalarmi almeno un paio di cose che non sono andate esattamente come "da programma".
Ma è assolutamente normale... L'ho già scritto poco sopra.
Qui stiamo parlando di artisti "veri"... non di improvvisati e poco ambiziosi "artisti" elettronici che si esibiscono accontentandosi di tutto, e il cui solo scopo sembra a volte soltanto quello di poter vantare tra gli amici, o sul proprio personale sito internet, il fatto di aver tenuto nella propria "carriera artistica" tanti "concerti dal vivo" qua e là ...
Ore 24,00
Mi congedo da Davide, Fabio e "Graffo".
Loro debbono cominciare a smontare gli strumenti, e io e Daniela dobbiamo riuscire a rincasare il prima possibile.
La mattina successiva ci aspetta la sveglia alle 6,30.
Rimane il ricordo di una bella serata, di un bell'evento, di tanta buona musica, e la consapevolezza che, sapendo cercare e "scegliere" con intelligenza e arguzia tra ciò che il panorama ellettronico-sperimentale italiano è in grado di offrire, c'è ancora la possibilità di "scovare" artisti, CD ed eventi live assolutamente meritevoli di attenzione, fiducia e convinto sostegno...
Ciao Davide, ciao Fabio, ciao Graffo, e grazie per la bellissima serata!
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