L`etichetta americana Radon, in vista di un 2007 che si preannuncia particolarmente florido dal punto di vista delle novità ; ci regala questa più che ottima compilation.
Ricco ballo (particolarmente articolato) di famiglia che comprende amici vicini e lontani.
Un catalogo affascinante quello di casa Radon, uno snodarsi flessuoso in zone di ricerca trasversale dove non manca mai un briciolo d`ironia.
Pargoli bisbetici e sorridenti, cresciuti troppo in fretta armeggiando costantemente nei dintorni di una presa elettrica con un cacciavite in mano; c`è voglia di affetto da queste parti.
In questa covata malefica e malsana ci troverete ad attendervi:
Degli Smegma festanti per i loro trent`anni di attività , un`incantevole siparietto psichiatrico il loro; nulla da ridire.
Una ridda di ipotesi tribali, post-industriali; splendidamente efficaci.
36 malevolo e reiterato.
Nequaquam Vacuum (Noah Mickens), misterico afrore orientale; preziosamente metallico ed imparentato con l`arte di Z`EV.
Sikhara (Scott Nydegger), di slancio, coordinate primi Test Dept; polemico e rituale.
Ashtool (Mirko Rizzi), galoppo sfrenato ed istrionico; uno spicchio rurale diluito in un pensiero negativo.
Ed ancora; trasversalmente.
La ferocia esecutiva degli Ovo.
Il dinoccolato, caracollante incedere ai limiti della schizofrenia di Daniele Brusaschetto; il cantautore in gessato industrial che non avremmo mai osato immaginare (o chiedere...).
La Shiva`s Regal battente di Ripit.
Le manipolazioni di strumenti acustici effettuate da Hhy, stranianti escursioni notturne intorno ad un pensiero Cabaret Voltaire in salsa noir; da non sottovalutare.
Mr Natural e la sua folle estrazione suoni da strumenti inusuali (piante e strumenti fai da te!); da Nashville con insania!
Il Damo`s Network, ripreso dal vivo a Parigi; un premuroso omaggio alle ascendenze Can che aleggiano sul tutto?
Se cosi fosse, lo splendidamente redivivo Steve Mackay dovrebbe essere l`officiante più indicato per questa eccellente congiunzione generazionale (ascoltate il suo ultimo, splendido “Michigan And Arcturus”; Radon anche questo).
Moltitudine tumultuosa; poliglotta e vitale.
“Sonitus” è uno sguardo complesso e godibile, dal possibile all`improbabile, di tutto e di più, noise e cantautorato sbilenco, derive sperimentali e siparietti tragici ed ironici; un delirio di stili e segni da incorniciare per varietà e sostanza.
Un vero e proprio sballo!
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