Mi sento pienamente concorde con chi ha lecitamente inserito il quarto lavoro sulla lunga distanza del compositore elettronico Paolo F. Bragaglia tra i migliori realizzati-scritti sin'ora dal preludio della propria carriera.
"Mystère du Printemps" è un delicato compendio di flussi elettro-melodici soppesati tra contingenti irregolari - e più disponibili a 'muoversi di ritmo' - ed altri più inquadrati à la mélancolie; una perfeta parentesi è data dalla laconica e melliflua struttura - con movimenti sinuosi, alla soglia con l'erotismo - di God Ot.
Ci troviamo, però, dinanzi ad un narratore di suoni che predilige non sostare mai sullo stesso 'canovaccio': ed è quindi per questo che un minuto dopo, siamo assaliti da sculture multiformi che si materializzano nel trip (hop) lounge de L'Acciaio Fiorito, o nel futuristico giro jazz(y) di Song of the Siren - ottimo il cut-up inferto alla voce di Ginestra Paladino.
Se la title track rigira il coltello in eccentriche (volute) romanticherie da Coil 'ottocenteschi', l'alienato labirinto di Antolla Minor, i rigurgiti in - classico - stile Aphex Twin di Invisibilia e l'aria soffusa, minimal-retrò di tutta Glasnacht, con un incessante e fobico giro di piano campionato, sprigionano un Bragaglia intento oggigiorno, nel nostro tempo, a riallacciare i nodi di una (seminale) formazione dark-wave-industrial con gli slanci 'moderni' della (nova) musica elettronica; e dichiarando in ciò, tutta la personale bravura nel redigere una serie di esercizi che comprendono e spaziano dall'improvvisazione al laptop, alla musique concrète, dai field recordings, alla deformazione elettro-acustiche in real time.
Montaggio, come sempre, dal deciso sapore cinematografico.... e crepuscolare.
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