Non posso sapere quali siano i dischi più ascoltati nelle case dei protagonisti di questo disco, ma tanto per esorcizzare subito la questione diciamo che una discreta quantità di post-rock è stata masticata. Brani strumentali, evocazioni cinematiche, atmosfere notturne e malinconiche ne caratterizzano il canovaccio, e fin qui niente di nuovo, nell`accezione più asettica del termine però, ovvero niente da ridire. Il gioco, o meglio, oramai, la sfida, è riuscire a metterci del proprio, e non è per niente facile se si decide di affrontare un genere musicale così tendente alla pietrificazione su un clichè facilmente inquadrabile.
Gli En Plein Air almeno parzialmente ci provano, e ci sono alcuni spunti coraggiosi che possono far da preludio ad una crescita promettente.
Mi riferisco in particolare a due momenti: la deriva jazzata a spezzare l`andatura quadrata nel primo brano, ed il tema iniziale quasi folkeggiante dell`ultimo, poi ripreso in chiave più sostenuta a metà del brano, e di nuovo come coda.
Questi frammenti, pur essendo tali, lasciano intravedere una sensibilità che andrebbe assecondata e valorizzata ed in più hanno la qualità dell`imprevedibilità , che poi è la chiave per aprirsi indefinibili vie di fuga ed insinuarsi con decisione ed eleganza nelle orecchie dell`ascoltatore spiazzato.
Altra scelta assolutamente encomiabile è quella di limitare a poco più di ventitrè minuti la gentile richiesta di attenzione, non soltanto per non correre il rischio di essere ripetitivi, ma soprattutto per favorire un invito all`approfondimento di quanto appena trasmesso, molto facile da recepire ed accogliere, anche perchè nella fattispecie si ha la sensazione che il discorso sia compiuto, e la concisione è un`intelligente capacità di sintesi.
La musica è prevalentemente trascinata dall`aggressività della sezione ritmica, (forse un po` sopra le righe - e non perfettamente assemblata, col basso così ruvido e la batteria pulita ed eccessivamente riverberata) che spesso si manifesta in enfatiche progressioni che a volte indugiano ma sono comunque ben eseguite, e dalla linea di canto del violino che sostanzialmente guida il percorso sia nei momenti più raccolti che nelle tipiche cavalcate epiche.
C`è del buono e dell`acerbo, ma per essere un esordio va assolutamente incoraggiato e si merita un sentito in bocca al lupo.
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