Autore disco: |
D.B.P.I.T. |
Etichetta: |
Deserted Factory (J) |
Link: |
www.desertedfactory.com www.derbekannte.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2007 |
Titoli: |
1) U-Bahn 2) Life Is A Stray Bullet 3) Holy Veto 4) Into The Depths Of Time 5) Bells Of The Distant Fate 6) Zombie Bugs 7) Sink In Hell 8) Black Paper 9) Katvil 10) Test Tube 11) Tokyo Deca Dance 12) Pnrlidcrv 13) Space Sounds |
Durata: |
63:14 |
Con: |
Flavio Rivabella, Paola L., MarioFOB, Kenji Siratori, Spectre, ClauDEDI, KimsonJa |
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Ottimo E Singolare |
x Marco Carcasi |
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Der Bekannte Post-Industrielle Trompeter è il progetto post-industriale del trombettista atipico Flavio Rivabella.
Convulso ed agitato, D.B.P.I.T. lancia il suo primo segnale con il mini “Eleven” nel 2002 a cui fa seguito una nutrita serie di lavori solisti e collaborazioni che lo vede impegnato con: Macelleria Mobile Di Mezzanotte, Lendormin, Novy Svet, Circus Joy ed altri ancora.
La caratteristica centrale del suo lavoro risiede nell`utilizzo straniante dello strumento tromba unito ad una pesante serie di field recordings ed intromissioni elettroniche.
Una visione d`insieme deviata ed urticante che elude l`ordinario e si attesta su posizioni oltranziste di elevato fascino brividoso.
Dalle parti di un incubo fumoso, colonna sonora ideale per Lynch che rigira “Twin Peaks” in versione pornografica con Julee Cruise impegnata nel ruolo di protagonista scollacciata.
“Journey To The Center Of Noise” è realizzato con suoni e fragori registrati con ogni mezzo a disposizione (mini disc, videocamera; cellulare) durante i viaggi intrapresi da Flavio per il mondo.
La metropolitana di Berlino passa il testimone agli scrosci d`acqua delle fontane di Parigi, il ronzare di un sottomarino russo lascia spazio al fragore del terminal aereo di Detroit, lo scampanellio di una sala pachinko di Kyoto si annulla nell`affannato respiro di un autobus di Budapest, luoghi ed altri luoghi, respiri, sospiri ed altro ancora.
Suoni trovati, stropicciati, inceppati e storpiati, la tromba che ne scandaglia l`essenza in caccia di angolazioni singolari, arte complessa e faticosa quella di D.B.P.I.T.; un gioco d`incastri.
La tromba si affaccia in lontananza, avvolta da nebbie sottili, evoca, emana ed attrae, si mostra vanitosa e tentatrice per un istante e poi si ritrae, a capofitto diventa generatore di suono, strepiti, soffi e stridii, si allunga e deforma elettronicamente, segue il percorso dell`autobus di cui sopra; ne diventa parte e lo aggredisce dall`interno.
Ad alto volume offende, a basso volume narcotizza; ti mette alla prova.
Questo è un bene.
Un treno congelato nel suo sbuffare infinito dalle parti di Riga, una sega che assolve il suo compito; una presenza distante che squilla dolente.
Ti frega sulla lunga distanza, ti ammalia e lusinga evitando il contatto, morbosa sensualità non esposta in piena luce.
Che poi a dir il vero, post-industriale è termine che poco ci azzecca in questo caso, di deragli rovinosi stile TG o Spk poco e nulla se ne intravede, polverine sottili Cabaret Voltaire e Clock Dva degli esordi quelle si, pure una spruzzata dei siparietti tragici dei Residents da qualche parte, jazz neanche col microscopio, impercettibili accenni blues forse (forse io...); inflessioni popolari triturate quelle si.
Percorso laterale, difficile e singolare; non dimenticarsi di aggiungere il termine ottimo all`inizio di questa frase.
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