Il batterista e compositore Paolo Lattanzi nello scegliere “Night Dancers”, come `legenda` principale dell`album, ha centrato nel migliore dei modi il titolo o, meglio ancora, lo `spirito guida` del primo lavoro solista della carriera: full lengh a tutto spiano, sbocciato dopo anni di astuta gavetta e di esperienze (sonore e non) multi-colori con le quali si è spinto sino agli States.
Una mistura profonda, quanto frizzante come le bollicine dello champagne, che trae la propria essenza da indubbie fattezze di aggraziato jazz, intriso ugualmente di tradizione e modernismo. Piacere, non futile melodia, ingegno e bravura tecnica si collocano a meraviglia tra l`anima sciolta del quintetto forgiato ad hoc da Lattanzi.
Un quintetto che incomincia il viaggio della registrazione durante l`autunno del `05 e vede per la primissima volta interagire `simmetricamente` tra loro, in un perfetto binomio di melodia e avanguardia, Nikolay Moissenko ai fiati - sax alto e soprano - Aurelien Budynek alle chitarre, Pau Terol alle tastiere - piano e organo - Marco Panascia ai `bassi` - nella doppia sfera sia acustica che elettrica - e Paolo Lattanzi, relegato non solo nelle vesti di batterista, ma impegnato a tout court nella complessa azione di direttore delle danze... maturo e penetrante, nitidamente dolce e infinitamente poetico.
E` interessante perseguire il discorso concerne la verve di Lattanzi citando le parole, pensate da Ken Pulling proprio in merito a “Night Dancers”, che sostengono l`importanza delle suddetta prova, consigliando al fruitore di non accostare (banalmente) le dieci composizioni scritte con semplici, arie musicali da udire in latente sottofondo dentro un locale.
Oltre a manifestarsi ingiusto, si farebbe rotta verso l`inizio del ragionamento dove si menzionava il piacere dell`ascolto constatato, abbracciato da fasci di solare improvvisata, distante anni luce da frivole armonie e/o melodie da salottino trendy dell`ultima ora.
Mitezza (hard) cool e (hard) bop ad oltranza!!!
Se amate il Miles Davis a metà tra jazz & savoir faire elettrico, il Bird dei tempi d`oro, il ritmo spirituale di `Trane, le scorribande avant-organiche del `bollente` Nord-Europa e Paul Motian, spingete a forza e senza remore le orecchie nel laboratorio sotterraneo e nascosto, che si annida tra queste `ballate notturne`.
Adatte per abbracciare l`imbrunire della sera e il calare dei (nostri) pensieri verso gli apparati più reconditi della mente... attente riflessioni jazz per un inconsapevole scontro di soffici note...
... mai dimenticate...
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