I veterani Deadburger pompano ossigeno prezioso nel corpo agonizzante del rock/pop (trasversale) italico.
Al quarto appuntamento sulla lunga distanza, l`Hamburger Morto genera scompiglio e scarta vistosamente verso paesaggi inusuali.
La formula impatto rock su base elettronica subisce un trauma da caduta libera da alta quota.
Nell`asfittico (desolante) panorama che lo circonda, “C`è Ancora Vita Su Marte” assume le fattezze di un piccolo sconquasso incentrato sull`asse stomaco/cuore/cervello, le chitarre lancinanti in combustione non controllata e la verve polemica di Personal Titanic ci consentono di riprender fiato dopo tanta apnea; epidermide e concetto.
22 composizioni dall`andatura vagamente claudicante che, affondano a piene mani nella miglior tradizione polemica di casa nostra (tornano in mente Gronge e primi Afa), tracollo tramortente quello effettuato dai Deadburger; non è da tutti mettersi in discussione a questi livelli.
Un sisma (in)cosciente, una chirurgia invasiva effettuata su corpo vivo, si lavora di brutto sulla composizione, la si semplifica, la si stratifica intorno ad un loop base che accompagna tutto il brano, talvolta quel loop scompare dal mixer finale, talvolta scompaiono gli interventi degli ospiti, talvolta scompaiono i Deadburger stessi, restano soltanto gli ospiti; uno scarto appunto.
L`ego accantonato e riplasmato in forma anarchica strutturata.
Amber e Istruzioni Per L`Uso Della Signorina Richmond sono emblematiche in tal senso, e chi se le ricordava due canzoni borderline del genere?
Apparentemente semplici e lineari, suadenti (quasi) nel loro incedere, ma poi, più ti avvicini e più le osservi, ti accorgi di quel che sono realmente; due mutazioni grumose figlie di genio bilioso.
Perfetto, essenziale e snello, “C`è Ancora Vita Su Marte” corre il serio rischio di tramutarsi in punto di riferimento futuro per giovani leve.
Talmente denso, talmente pieno di colori accesi che un`occhiata di sfuggita non basta a definirne i contorni, c`è spazio per muoversi al suo interno (Nibor Dooh ed i suoi aromi Primal Scream), agitazioni nevrotiche sparate (Permafrost), siparietti impro che scompaiono veloci nel nulla; bellissime canzoni e basta.
Non tutto perfettamente a fuoco, ma non poteva esser altrimenti vista la mole di segnali generata.
Netta la sensazione di aver abbondantemente superato il punto di non ritorno.
Il futuro è un`ipotesi sorridente o un nulla e basta, nel frattempo questo è, una linea di demarcazione fra ieri; ed oggi.
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