`The doctors shake their heads/They chain around the bed/They`re looking for a reason to why I`m still not dead/The medicine`s not working/I haven`t sleep for days/The light is shone right through me/The skeleton is weighed/Incurable, I`m helpless`.
Questo l`inizio del disco. Frasi e parole crude, spietate, perfino preoccupanti, se poi le si collega alla recente ossione per le immagini medico-anatomiche che accompagna il nostro Glen Johnson dai tempi del precedente EP, “Open Cast Heart”. Laddove però quella del `cuore spalancato` sembrava un`ennesima metafora di sofferenze interiori, qui il discorso sembra spostarsi su un piano davvero più fisico e diabolicamente esplicito, tanto da porsi domande sulla salute stessa del musicista o di chi gli è caro. Preoccupazioni da fan teen-ager, dirà chi legge, che mi servono per introdurre qui non solo il mio shock all`ascolto del disco, ma anche l`ammissione di uno sconfinata ammirazione verso i Piano Magic che, inevitabilmente, influenzerà le mie opinioni.
Il giudizio, come avrete capito, è decisamente positivo per i quattro brani di questo breve EP, lontano anni luce come strutture e sonorità dalle prove post-rock del recente tour live dei Piano Magic, e quindi anche dagli ultimi “The Trouble Sleep” e “Disaffected”. Da quest`ultimo però “Incurabile” recupera decisamente le drum machine della sound-track e la voce di Angel-David Guillou, come sempre splendida e qui accoppiata a quella di Glen stesso.
Pop elettronico quindi, forse retrò e senza grosse innovazioni, più vicino ai `twin` Cocteau che Aphex, ma non per questo meno apprezzabile, se non altro dagli amanti del genere. Per gli altri, lontani dai gusti new-wave e pop, forse il disco sembrerà inutile e preferiranno le vecchie prove dei tempi di “Popular Mechanics”. Io apprezzo tutto, anche solo per l`onestà intellettuale di questo artista.
Unica caduta dell`EP è forse Giant Mirror to Light Up Village, brano strumentale ad opera del solo tastierista Cedric Pin, in atmosfera molto “Raison d`Etre” e simili, ma con degli svolazzi d`organo sul finale che lo riscattano in parte.
Nel complesso, davvero un`ottima prova. Spero che il buon Glen stia bene e che continui ad offrirci dischi del genere per i prossimi cinquant`anni a venire.
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