«Its rare to hear an electronic album that has no midi, no sampling, no synthesisers, no laptops, in fact no conventional instruments of any kind, yet Toygopop by the Modified Toy Orchestra is just that».
Così sta scritto nelle note redatte dalla Warm Circuit, a voler indicare un disco suonato solamente con strumenti giocattolo elettronici. Brian Duffy, l`umano che sta dietro alla Modified Toy Orchestra, dal canto suo fa presente come questo progetto sia ispirato ai lavori per piano preparato di John Cage e alle teorie di `ephemeralization` (in poche parole fare di più con meno) espresse dall`architetto / inventore statunitense Buckminster Fuller. Al sottoscritto, invece, l`ascolto di “Toygipop” non può che ricordargli la Margaret Len Tan dei lavori per strumenti giocattolo, l`Aphex meno informale ed allineato, quello di “...I Care Because You Do” per intendersi, ed i Kraftwerk più succinti.
Un po` di storia. Per sei anni Duffy ha lavorato sodo nella messa a punto e nella presentazione di questo progetto, innestando anche interessanti collaborazioni come quella con Kaffe Matthews nel 2003 al Pakhuis Las Palmas (Arena) di Rotterdam, e nel 2006 è finalmente approdato alla sintesi racchiusa in questo CD ed alla formazione di un`orchestra `reale` (un sestetto) in grado di riproporre anche in concerto i fantasiosi intrecci del CD. Del piccolo ensemble fanno parte, oltre allo stesso Duffy, Laurence Hunt (dei Pram), Darren Joyce (dei Dreams of Tall Buildings), Mike Johnston (dei Plone e aka Mike in Mono), Michael Valentine West (dei Twiggy and the K-Mesons) e Chris Plant (dei Colour Burst).
Da questi dati dovrebbe già venir fuori un`idea abbastanza precisa della musica contenuta nel CD: pop strumentale elettronico (lo spiega anche il titolo), sghembo e dagli input futuristi. Il librettino allegato è un piccolo catalogo della strumentazione complessiva e sono inoltre indicati quali e quanti di questi congegni giocattolo vengono impiegati per ogni singolo brano.
Non tutto è perfetto, ci sono anche dei buchi neri, delle soluzioni che avrebbero potuto essere più efficaci, ma provate comunque ad ascoltate questo disco e i chitarroni barbosi ed obsoleti degli Oneida vi sembreranno una roba del mesozoico.
|