Le ultime due uscite del 2006, per l`etichetta berlinese Schraum, di cui spesso abbiamo tessuto le lodi, racchiudono un po`, per estremi, le caratteristiche e i temi dominanti della label: l`improvvisazione in contesti avanguardisti e in quelli folk. Il Trio Vopà , composto da Roland Spieth (tromba), Cornelius Veit (chitarre, effetti), Axel Haller (basso, carta, walkman) è un trio che possiamo definire irregolare, in quanto non sempre a suonare sono tutti e tre i musicisti contemporaneamente ma nella maggior parte dei casi si sistemano in line-up variabili, a trio, duo o in solo. “Fauxpas” è composto da una serie di fugaci improvvisazioni (con l`eccezione della finale Dans che da sola copre quasi metà disco) in cui suoni di marca sperimentale (l`avant-jazz di suc o di ruade) si alternano con trovate più tradizionali (la chitarra noise di ruade) o in cui a strumenti tradizionali (chitarra, tromba) si sommano invenzioni sonore ottenute dall`uso di svariati oggetti (carta o spazzole) . Molti i momenti in cui il connubio raggiunge la perfezione come in 21st Century Groove, rspah o in melenc. Quella del Trio Vopà è una formula sonora intrigante e collaudata come dimostra la conclusiva suite di Dans, pregevole summa del loro pensiero, in cui il raggiungimento del climax emotivo e sonoro è ricercato ed ottenuto con molta calma e concentrazione.
Bazzica più propriamente nel folk e nella musica tradizionale il duo rant, al secolo Merle Bennett e Torsten Papenheim, rispettivamente batteria e chitarra, qui al secondo disco su Schraum dopo quel “Seumsund / Sundseum” di cui già trattammo tempo addietro. Non cambia di molto la formula sonora dei due se non per una spinta più consistente verso una sorta di songwriting a cui manca davvero solo la voce per essere definito tale (ascoltare l`apertura di stelze). Di sicuro è una musica che prende le mosse da certe produzioni Quaterstick/Touch&Go anni `90, in particolare penso a band quali June Of 44, Shipping News, A Minor Forest, i Polvo meno noise (rauhn), con il loro suono chitarristico, cristallino ma anche sghembo ed intricato (ascoltare verwirkt e ember). Non saprei dire quanto di improvvisato c`è; di sicuro le coordinate di riferimento sono ben presenti nello stile dei due che si dimenano tra rock (gli intrecci chitarristici, come abbiamo detto) e jazz (ascoltare le architetture di weile nonchè la batteria, che pesca tanto dal folk quanto dal jazz). Ancora una volta il duo rant ci regala un disco che, per quanto retrò possa sembrare a primo acchito, si fa amare per aver estrapolato e riproposto quanto di più interessante e coinvolgente la nostra mente ricordava di certi suoni.
|