Sotto la misteriosa sigla Bickzittie Orkestra si nascondono i buontemponi della Big City Orchestra, dovreste ormai conoscerli, e questa è la ristampa del leggendario lavoro in cui dedicavano le loro `attenzioni` alla musica dei Beatles. E bisogna subito dire che quando i Big City fanno qualcosa lo fanno per bene: copertina eguale a quella del famigerato “Doppio Bianco”; foto interna, con un John ed `un` Yoko nudi, che dileggia la confezione di “Two Virgins`; e tanto di mela nell`etichetta del CD. In realtà non si tratta di cover ma di ricostruzioni libere che prendono spunto da qualche particolare per andare a parare da tutt`altra parte. Ne nasce un disco dissacrante e nevrastenico in confronto al quale i vecchi lavori dei Rutles e dei Residents sembrano roba fatta da educande. Il materiale, al di là del suo valore profanatorio, mantiene ad anni di distanza un suo senso `artistico` e continua a coinvolgere emotivamente l`ascoltatore. E` materia al di fuori dalle regole e dai `miei spazi`, finanche dai miei sogni, che non cede alle lusinghe della rispettabilità del sentire quotidiano; potrei definirla come noise ma mi sembra più appropriato un eresie da quelli che sono i clichè della normalità (e della mortalità ). Incredibili i 22 frammenti di SFX, che paiono come una via di mezzo fra i One-Second Piece dei Red Krayola e Sentimental Journey dei Pere Ubu. Big City Orchestra: a tratti geniali... sempre divertenti....
|