Parlando tempo fa con un amico portoghese della non indifferente entità della scena sperimentale del suo paese, mi nomina ad un certo punto un tal Rafeutorau. Al mio “Sorry, I never heard of it”, lui si meravigliò parecchio per la mia lacuna. Con qualche riferimentot in più però arrivai a capire di che parlava “Ah! Rafael Toral! Great, I know his music, sure” replicai in un inglese incerto.
Ecco: ascoltare musica sperimentale e non conoscere uno dei re del campo sarebbe un crimine. É anche vero però che la troppa fama ha anche conseguenze negative, quale l'eccessiva prolificità (e fin qui nulla di male, ognuno ha il diritto di suonare e registrare quanto gli pare) e la mole di pubblicazioni (qui invece potremmo avere qualcosa da ridire).
Questo disco, appunto, è di troppo. Altro non è se non l'audio di una performance in cui Toral suona amplificatori ed altri aggeggi auto costruiti.
Il bello è che sulla press sheet hanno pure il coraggio di raccontarci quant'è bello vedere il buon portoghese mentre li maneggia. Ecco: consiglio di risparmiane i soldi del CD e spenderli per assistere alla performance (ad averne l'occasione). Altrimenti, questa pletora di sibili monocorde o di ronzii che si dipanano su un paio di frequenze non aggiungono assolutemente nulla ad una discografia di tutto rispetto, nè tantomeno al panorama musicale odierno.
Occhio al titolo del disco: contiene un bel numero `1` che ci annuncia che questa è la prima di una serie di uscite che andranno a ripescare altro materiale analogo...
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